La Sardegna tra le rotte del narcotraffico. I Carabinieri sequestrano un ingente carico di droghe sintetiche tra cui 5 chili di ketamina

La Sardegna tra le rotte del narcotraffico. I Carabinieri sequestrano un ingente carico di droghe sintetiche tra cui 5 chili di ketamina

Foto: https://www.marionegri.it/magazine/fentanyl-cos-e-la-droga-degli-zombie-e-quali-sono-gli-effetti

“In Italia calcoliamo l’arrivo ogni anno di circa mille nuove droghe. E’ un dato terribile”. Parole del professor Davide Lonato, del Centro Veleni dell’ICS Maugeri di Pavia e consulente del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le ha pronunciate nel corso di un convegno sulle droghe tenuto a Sassari lo scorso anno in cui ha lanciato un allarme ancora oggi attualissimo. Secondo Lonato le droghe sintetiche, le più pericolose, circolano in modo massiccio anche nella nostra Isola. Un mercato in cui gruppi e organizzazioni criminali, ma anche piccoli spacciatori e corrieri, si muovono ormai con disinvoltura come dimostrano i risultati di due operazioni condotte dai carabinieri tra la fine del 2023 e il novembre scorso.

In quest’ultima  i carabinieri del comando provinciale di Cagliari hanno arrestato 15 persone e sequestrato 5 chili di Ketamina proveniente dai Paesi Bassi. Forse il sequestro più rilevante di questo tipo di droga mai effettuato in Sardegna. Trovate e sequestrate anche 151 pastiglie di ectasy, 43 grammi di “C-B, nota come “cocaina rosa”, 720 grammi di cocaina e tre chili tra marijuana e hascish. Più di recente, ad Olbia, allo sbarco dalla nave proveniente da Livorno, è stato fermato un corriere che nascondeva in auto 27 chili di cocaina.

La maggiore preoccupazione, delle forze dell’ordine e dei medici, è per le conseguenze che queste sostanze possono avere sulla salute dei consumatori. Per chi opera sul fronte delle tossicodipendenze «il problema maggiore non è più la singola assunzione di una sostanza. Ormai assistiamo a mix di diverse sostanze e questo complica il primo soccorso, in caso di intossicazioni, e rende difficile capire gli effetti nel lungo periodo. La ketamina continua ad essere diffusa tra i giovani, non solo nei locali notturni e nelle discoteche. Si tratta di un farmaco anestetico e antidolorifico utilizzato per indurre e mantenere l’anestesia, soprattutto in veterinaria”.

Negli anni ’70 era diventata una delle droghe più popolari nelle comunità hippy per i suoi effetti psichedelici e il suo basso costo. In seguito è diventata una delle sostanze dello ‘sballo’ nei rave. Questo accade perché la ketamina è un anestetico dissociativo, agisce cioè dando la sensazione di separare la mente dal corpo. A dosi elevate può provocare allucinazioni e la sensazione di entrare in un’altra realtà, con il rischio conseguente di un distacco sempre maggiore.

«Siamo davanti a un problema di sanità pubblica», ammette lo psichiatra Paolo Milia, direttore del Serd della Asl di Sassari. «In caso di arrivo in pronto soccorso per un effetto tossico da sostanze combinate, non sempre si è in grado di gestire le situazioni. Spesso queste sostanze vengono combinate insieme”. Esiste anche la nuova tendenza ad usare farmaci, legalmente in commercio, in maniera differente rispetto al loro utilizzo normale. Ad esempio la Purple Drank o “sballo viola” si ottiene mettendo insieme sciroppo per la tosse a base di codeina e una bibita gasata, e dolce. I rischi per la salute dei consumatori in questi casi possono essere molto elevati.

Chi assiste i giovani che si rivolgono ai Serd concordano su un punto: “Spesso i ragazzi hanno in mano una bomba e non lo sanno. Comprano su internet sostanze psicoattive vendute come ingredienti per i pesciolini negli acquari, profumi per ambienti o fertilizzanti. Oppure medicinali come l’antispastico Buscopan o il sedativo Xilazina che usati dallo spacciatore possono diventare letali. A Sassari due giovani sono stati uccisi dalla xilazina mentre ad oggi non si segnalano casi di decessi provocati dal fentanyl (la droga degli zombie), la micidiale sostanza messa al bando negli Stati Uniti dopo aver provocato migliaia di vittime.

Secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) statunitensi, i decessi da oppioidi sintetici sono rimasti stabili fino al 2012, ma dal 2013 sono aumentati drasticamente per arrivare ai circa 73.000 del 2022, in gran parte dovuti al fentanyl.
Per avere un’idea di cosa parliamo alcuni dati: il fentanyl è un potente oppioide sintetico con impiego analgesico e anestetico. Come analgesico ha effetti simili a quelli della morfina, ma è da 50 a 100 volte più potente di quest’ultima e 30-50 volte più potente dell’eroina. A marzo la politica ha fatto un primo passo concreto per affrontare l’emergenza droghe approvando il piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di fentanyl e di altri oppiodi sintetici messo a punto dal Dipartimento per le politiche antidroga. “”Il piano – ha detto il ministro Schillaci – contiene sia misure di prevenzione che di contrasto. Quelle di prevenzione si concentrano sul rafforzamento delle azioni di monitoraggio e controllo per evitare l’utilizzo della sostanza per scopi non sanitari. Quelle di contrasto riguardano le forze di polizia che, peraltro, hanno già aumentato la loro capacità operativa”.

Abbiamo dato un’occhiata al Piano. Prevede tutto quel che si deve fare per combattere in modo efficace questa vera e propria peste. A patto che tutti gli organismi deputati ad occuparsi di dipendenze vengano messi nelle condizioni di operare al meglio. Pensare di mettere in campo una task force multidisciplinare senza avere personale e strumenti adeguati a disposizione potrebbe essere solo un sogno. Fino ad oggi la prevenzione è stata affidata pressoché totalmente alle Asl. Ma non basta. Prendiamo l’esempio del Serd di Sassari. Assiste circa 2 mila persone, dispone di due ambulatori dedicati ai tossicodipendenti in cura, cui si aggiungono i tabagisti, e una struttura analoga è destinata all’ assistenza degli alcolisti. Un terzo è riservato a chi è affetto da gioco d’azzardo patologico. Sul territorio il Serd opera anche a Ozieri e Alghero. Ha un’enormità di incombenze e un organico che dovrebbe essere incrementato con nuove forze e professionalità.

Al lavoro in sede, negli ambulatori, va aggiunto quello che svolge sul territorio. Settimanalmente un’equipe si reca nelle carceri che ospitano detenuti tossicodipendenti  bisognosi di cure. Altri operatori dedicano parte del loro tempo alle scuole dove sono in corso progetti di sensibilizzazione degli studenti contro l’uso di droghe frutto della collaborazione tra il Serd e i dirigenti scolastici.

Lo scorso anno l’equipe del Serd ha collaborato con 24 plessi scolastici delle scuole superiori. Da quest’anno il lavoro è stato esteso alle scuole medie, per le classi seconde e terze, tenendo conto dell’abbassamento dell’età dei consumatori di droghe (da 25 a 18 anni) e dell’uso di alcol che interessa ormai una fascia compresa fra i 13-14 anni.

Dati preoccupanti anche se al Serd si registra un aumento di nuovi casi (+60) rispetto al 2023 apparentemente poco significativo. “Il Serd – sottolinea il direttore Paolo Milia – è uno dei servizi della sanità che non ha una lista d’attesa. Strano ma vero. Credo che ancora oggi molte persone temano lo “scandalo”. C’è un riserbo totale quando scoprono che il proprio figlio “prende quella roba”. Hanno vergogna che qualcuno lo venga a sapere. E questo, pur comprensibile per il dramma che vivono, fa del male al ragazzo. La cura, quando si decide di rivolgersi al Serd, potrebbe cominciare troppo tardi. Da responsabile del servizio mi sento di garantire ai genitori che chi frequenta i nostri ambulatori gode della più assoluta discrezione, nel rigoroso rispetto della legge sulla privacy”.

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