Eugenio Cossu, il manager del mare e la sua passione per la poesia

Eugenio Cossu, il manager del mare e la sua passione per la poesia

Eugenio Cossu

8 marzo, festa della donna. Navigo tra le pagine di facebook cercando pensieri e considerazioni, frutto della sensibilità degli uomini. Sì, direte, una bella illusione. E infatti. Trovo frasi sciocche, copiate e ricopiate, valide per ogni 8 marzo. Meglio nulla, insomma. Improvvisamente mi attira un video di Eugenio Cossu, amministratore delegato di Grimaldi Sardegna, amico fin dai tempi delle magistrali. Metto la cuffia e ascolto incuriosito. Becco l’incipit di una poesia in dialetto turritano: “In pedi signori ommini addananzi a una femmina”, (in italiano “In piedi signori uomini davanti a una donna”). Una riga che comprende un richiamo alla responsabilità degli uomini e il ricordo del rispetto di cui le donne della nostra generazione godevano nella società e nella famiglia di cui erano la guida. La voce di Eugenio si incrina per l’emozione. E’ solo un attimo ma lo noto, lo chiamo e lo sfotto.

E quindi le donne ti fanno questo effetto?

Guarda che quella che hai percepito tu non è commozione ma emotività. Quella poesia l’ho tradotta io, e direi che mi è venuta anche bene. Un poeta quando percepisce di aver trascritto realisticamente il suo pensiero prova un po’ di emotività, chi più chi meno.

C’è stato un mentore nella tua vita?

Il professor Diodato Pigliaru, fratello di Antonio. E’ lui che alle medie mi ha fatto amare le poesie, la lettura e la discussione. Con lui è nata la mia voglia di approfondire la cultura. Io ho poi aggiunto l’uso del dialetto turritano soprattutto quando dovevo raccontare con la giusta ironia storie vere o inventate sentite da persone e personaggi più grandi”.

Per esempio?

Se dovessi scrivere un volume sulla mia storia lo intitolerei “Il mare, la mia vita”. Eppure non amo stare in spiaggia, ma ho imparato tante cose da chi in mare lavora: gli uomini della compagnia portuale, per esempio, di cui sono stato a lungo presidente. Avevano una capacità incredibile di raccontare storie, inventare personaggi, attribuire soprannomi.

Raccontami una storiella

Protagonista è la famiglia Noè. Il giorno in cui l’anziano capostipite muore, dall’appartamento che affacciava sulla strada proveniva una sorta di nenia intonata dalla vedova: “Noè meu, Noè meu, Noè meu”. Un portotorres che passava sotto la finestra alzò il viso verso la donna e le disse: “Ma si no’ è lu toiu acchì lu sei pignendi?” (ma se non è il tuo perché lo stai piangendo?)
Alcuni anni fa Gavino Sanna, il pubblicitario più noto e premiato al mondo, ha voluto raccogliere in un volume tutti i soprannomi di portotorresi dietro i quali ci sono storie e favole divertenti. Gli sono stati utili anche alcuni lavori di ricercatori tra cui il sottoscritto.

Quali sono i più noti poeti turritani ?

Il più grande ritengo sia stato Peppino Bazzoni, in arte Marinaru. suo figlio Giampaolo,  Angelino Mundula, più recentemente, Antonello Bazzu e Mario Marras.

Perché poi sei passato a poeti e cantautori?

Sono da sempre convinto che il nostro dialetto si adatti anche alla “poesia alta”. Ad una condizione: che si evitino gli eccessi di volgarità tipici del nostro dialetto, e non solo. La conferma l’ho avuta quando ho cominciato le traduzioni in sassarese di autori come Charles Bukowski, poeta americano appartenente alla corrente letteraria “realismo sporco”. Mi sono convinto che il nostro dialetto si adattava al suo linguaggio. Lo stesso posso dire delle canzoni di Don Backy (Candida), Roberto Vecchioni e Sergio Endrigo.

La politica ha occupato spazi importanti della tua vita.

Eccome. Nel 1972 sono stato eletto consigliere comunale di Porto Torres per il Pci, poi vicesindaco, assessore allo Sport e alle Finanze. In quegli anni sono stato anche consigliere e assessore provinciale. Poi nel 1981 ho assunto l’incarico di capo della segreteria dell’assessore regionale ai Trasporti Paolo Berlinguer, fratello di Luigi e cugino di Enrico, che ho conosciuto proprio a casa di Paolo, a Stintino.
Nel 1997 il centrosinistra mi ha proposto la candidatura a sindaco di Porto Torres e sono stato eletto. L’esperienza in Comune dura una legislatura perché nel frattempo arriva la nomina a presidente del Parco dell’Asinara. Se fare il sindaco è stata l’esperienza più bella dal punto di vista umano, questa lo è stata dal punto di vista culturale e sentimentale. All’Asinara ci ho lasciato il cuore».

Anche quando hai fatto politica sei riuscito a ricavarti uno spazio, e non piccolo, per la cultura.

La mia generazione ha avuto la fortuna di frequentare i caffè, che non sono i bar di oggi. C’erano gli anziani che giocavano a mariglia, a tressette e nel frattempo parlavano, raccontavano e noi ragazzini passavamo le ore ad ascoltarli. Io quei vecchi racconti li sto riscrivendo, perché la memoria di una città e dei suoi personaggi merita di essere ricordata.

Condividi:

2 Replies to “Eugenio Cossu, il manager del mare e la sua passione per la poesia”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *