La storia di Simona Truddaiu unica sarda nella Nazionale italiana di Taekwondo
Simona Truddaiu, sassarese, 31 anni, è tornata nella nazionale azzurra di Taekwondo (“l’arte dei calci e dei pugni”) giusto in tempo per disputare i campionati europei che si sono svolti in Portogallo nel novembre scorso. Ottima la prestazione della squadra azzurra, che ha conquistato la medaglia di bronzo, e di Simona in particolare protagonista di una prestazione eccellente dopo due anni di inattività a causa del lockdown imposto dal Covid-19.
“Ho temuto di non poter più tornare alle gare. Invece quando si è aperto lo spiraglio di una ripresa, seppure prudente, delle attività sportive – ricorda Simona – mi sono buttata. Sapevo di dovermi un po’ ricostruire sul piano fisico e del potenziamento atletico. Sono così tornata dal mio preparatore, Gavino Rassu, titolare della Planet Fitness, che mi segue da anni. Ho lavorato sodo perché volevo tornare all’attività agonistica e possibilmente restare nel giro della nazionale “Il mio progetto per Simona – ha spiegato dichiarato di recente Rassu – era darle prima di tutto una bella base di forza per poi dedicare il lavoro principalmente alla potenza. Mi pare ci siamo riusciti”.
La parte prettamente tecnica Simona l’ha seguita con il maestro di sempre, Salvatore Bussu, oggi presidente Taikwondo Fita Sardegna, mentre nei raduni di fine settimana all’Acquacetosa di Roma ha lavorato con il preparatore atletico della Nazionale, Andrea Notaro. “La convocazione per gli europei in Portogallo – ricorda Simona – mi ha quindi trovato pronta sul piano fisico e psicologico. Il risultato che io e le compagne di trio Maria Laera e Claudia Bruzzi abbiamo raggiunto con il terzo posto è ottimo, quasi insperato”.
La storia di questa giovane atleta è particolare. Aveva appena sette anni quando ha deciso di scegliere tra le arti marziali il Taekwondo. Il padre era entusiasta della sua decisione, meno la madre che avrebbe preferito il Karate, disciplina che lei aveva praticato in gioventù. Simona è stata sempre convinta della bontà della sua scelta e delle sue qualità confermate dal maestro Salvatore Bussu, della palestra Mister 3 di Sassari, che la segue da quando era una bambina.
A sedici anni Simona aveva già partecipato a diversi campionati e tornei regionali, che le sono valsi la convocazione in Nazionale junior e l’esordio in maglia azzurra in una competizione europea: un open ad Alicante, in Spagna. Nel 2010 raggiunge il sogno di ogni atleta: la partecipazione con la Nazionale Italiana junior ai campionati mondiali in Usbekistan in cui si piazza al 7° posto. L’anno successivo è la volta delle Universiadi in Cina dove il trio azzurro, di cui Simona fa parte, si classifica entro i primi dieci posti. Un grande risultato”.
Sei riuscita a completare gli studi universitari conciliandoli con gli impegni sportivi?
“L’avevo promesso ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiata nell’attività sportiva. Dissi loro che sarei riuscita a fare l’una e l’altra cosa e poi mi sarei cercata un posto di lavoro. L’indirizzo scelto era quello di Economia. Nel 2014 ho conseguito la laurea triennale, poi ho seguito un progetto di studio con l’Erasmus a Barcellona e nel 2018 ho conseguito la laurea specialistica. In questo periodo della mia vita, complice il lockdown che ha colpito il paese, ho lasciato l’attività sportiva. La mia priorità è diventata la ricerca di un posto di lavoro. Ho inviato il mio curriculum a decine di enti pubblici e privati e ad agenzie interinali. Ho lavorato alcuni mesi al Banco di Sardegna e alla F.lli Pinna di Thiesi. Nel 2019, la tappa per ora più importante: ho superato un concorso di Trenitalia e sono stata assunta come impiegata a tempo determinato per tre anni. Il contratto a tempo scadrà il prossimo anno. Spero di ottenere il collocamento a tempo indeterminato”.
Torniamo al Taekwondo. Perché hai scelto questa disciplina?
“Innanzitutto perché è una tecnica di autodifesa che di questi tempi si può rivelare molto utile soprattutto per le donne e poi aumenta il livello di autostima, forma il carattere. Questo è importante soprattutto per i bambini: gli dà tranquillità e sicurezza.
Infine è un’arte che può migliorare la mente con la concentrazione, e il corpo sollecitato di continuo a eseguire movimenti in velocità e agilità.
Tu hai scelto la versione Poomsae del Taekwondo. In che cosa consiste?
Si, sono cintura nera 3° dan e mi sono dedicata sempre alla disciplina Poomsae. A differenza del Taekwondo combattimento, questa specialità consiste nel simulare calci, pugni e parate contro un avversario immaginario. E’ una simulazione, è vero, ma ci alleniamo come se avessimo di fronte un avversario in carne e ossa. Quindi acquisiamo gli elementi che stanno alla base di una tecnica di autodifesa. E all’occorrenza possiamo trasformare i movimenti e le tecniche di difesa che abbiamo imparato per far male ad un avversario.
Ora, dopo gli Europei di Lisbona farai una pausa?
No, ho già ripreso gli allenamenti in vista degli individuali che si terranno ad Arezzo il 18 e 19 dicembre. Ci tengo molto.
Attualmente la federazione regionale Taekwondo, presieduta dal maestro Salvatore Bussu, conta 42 società iscritte e oltre 2 mila atleti in attività. Simona Truddaiu è l’unica atleta sarda a far parte della Nazionale Italiana.
Gibi Puggioni